Il Pozzo di Gammazita è un sito che si trova nel centro storico di Catania, nella zona sud-ovest della città adiacente all’antica cinta muraria cittadina detta appunto cortina di Gamma Zita presso il cortile omonimo.
Il racconto popolare narra di una virtuosa ragazza catanese che, verso il 1280 preferì gettarsi in un pozzo, invece di cedere alle insidie di un soldato francese (tradizionalmente indicato con il nome di Droetto) che si era invaghito di lei. Sembra che gli abitanti dell’isola individuassero gli stranieri attraverso l’utilizzo dello shibboleth “ciciri” (“ceci”): chiunque non era in grado di pronunciare correttamente il termine veniva ucciso.
Il racconto presenta sicuramente un collegamento con la realtà storica: fa riferimento alle angherie compiute dai dominatori francesi sugli oppressi siciliani, una delle cause dello scoppio dei Vespri siciliani del 30 marzo 1282 .Una vecchia poesia popolare ricorda le virtù di Gammazita; in questi versi, una virtuosa fidanzata del buon tempo antico, per tenere a bada il focoso innamorato, lo ammoniva a tenere le mani a posto, altrimenti ella, come la vergine catanese del periodo angioino, si sarebbe gettata in un pozzo, preferendo la morte al disonore.
Il fonte fu sommerso in gran parte dalla colata del 1669 ma nell’Ottocento era ancora ricco di acqua, che veniva analizzata dai tecnici dell’università, forse per accertarne la potabilità. Poi inaridì. Delle strutture esterne è rimasta ben poca cosa; inoltre il tempo ha cancellato l’illusione delle macchie di sangue, visibili sul fondo fino a una settantina di anni or sono (fino a quando cioè il fonte non venne inesorabilmente murato): incrostazioni di magnesio di ferro, certamente, che il popolino riteneva autentico sangue, attribuendolo alla fanciulla che vi si lanciò dall’alto per difendere il proprio onore.
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